Articolo tratto dalla Gazzetta dello sport dell'8 maggio a firma Mario Salvini.
TRENTO, 8 maggio 2008 - Quando erano bambini, Bari & Bira immaginavano che da grandi sarebbero stati ancora amici, che sarebbero stati sempre vicini. Ma certo nemmeno nelle fantasie di quegli anni potevano sognare che un giorno, insieme, avrebbero vinto lo scudetto della pallavolo. "Anche perché - spiegano - quando ci siamo conosciuti neanche sapevamo che cosa fosse, la pallavolo".
GEMELLI - Questa è la storia di Andrea Bari e Emanuele Birarelli. Ed è una vicenda straordinaria nei tempi del volley globalizzato e nella finale vinta dalla quasi maggioranza bulgara. Per capire: in questa sfida scudetto che Trento ha vinto contro Piacenza, solo 4 dei 14 titolari sono nati in Italia. Di questi, i due dell'Itas, Bari & Bira, sono dello stesso paese: Ostra, 6200 abitanti, provincia di Ancona. Di più: sono stati compagni di scuola, e non per poco, per tutti e 13 gli anni possibili, alle elementari e poi alle medie inferiori e superiori; quindi all'istituto per Geometri Corinaldesi di Senigallia. Ancora di più: tutti quegli anni, che sono la metà della loro vita, li hanno passati seduti fianco a fianco, nello stesso banco.
INSEGUIMENTO - Dall'inizio, allora. "Bira ha un anno meno di me - precisa Bari - se eravamo compagni di classe è perché lui ha fatto la 'primina', non perché io ero somaro". E soprattutto Bari è stato precoce e promettentissimo col volley fin da subito. Spedito presto a Falconara ci ha vinto 3 scudetti giovanili, mentre Bira giocava ancora a calcio. "Non ci crederete - dice Bari -, ma ero molto più alto di lui". "Sì, ma nell'estate del 1996 sono cresciuto tutto d'un colpo", ribatte Bira. E così, convinto dall'amico, a 16 anni passati Bira ha provato la pallavolo, alla Polisportiva Ostra. Un anno dopo era già a Falconara. Insieme hanno giocato la finale scudetto under 18 nel 1998. "L' unica che ho perso", puntualizza Bari ammiccando. Poi Andrea è finito in B-1: "Erano i primi anni del libero e io non mi rassegnavo, volevo schiacciare". Lo ha convinto Di Pinto, portandolo in A-1 a Taranto nel 2001-02. In quello stesso campionato Bira è stato promosso in A-1 con Falconara.
MALATTIA - E così la stagione successiva, con Bari passato a Perugia, avrebbe potuto esserci la sfida. "Avrebbe - racconta Bira - perché proprio la settimana prima ho avuto un'ischemia al braccio destro". Gli dissero che non avrebbe mai più potuto giocare. E così sembrava che dovesse essere, per tre anni, durante i quali non ha visto nemmeno una partita, si è laureato in Scienze motorie e ha provato la vita che avrebbe vissuto senza volley. "Ho fatto il geometra". Senza arrendersi, però. "Ho continuato a fare visite, esami. Fino a quando il professor Zeppilli del Gemelli non ha trovato la causa. Quando ho avuto anche solo una piccola speranza ho deciso che potevo tornare a una partita e non ho avuto dubbi". "Bira ha preso il treno - racconta Bari - ed è venuto a vedermi a Gioia". Il resto è stato un intervento benedetto che ha rimesso in campo Bira, il ritorno in A-2, a Pineto, quindi l'anno scorso a Verona. E infine a Trento, il ricongiungimento con Bari che ha coinciso con una cavalcata esaltante. E con questo storico scudetto.
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sabato 10 maggio 2008
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1 commento:
Complimenti ragazzi. Ostra esulta con Voi.
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